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PER PROGRAMMARE LE FERIE CI VORRA’ LA PALLA DI CRISTALLO

La Funzione Pubblica CGIL di Roma e Lazio non condivide e si oppone al modo in cui negli uffici del Lazio si sta traducendo il contenuto della direttiva RU sulle ferie (prot. n. 114355 del 12 marzo 2024 e successiva integrazione).

Con le varie disposizione di servizio si sta avviando una gestione formalistica, eccessivamente rigida e punitiva per il personale dell’Agenzia delle Entrate.

Sembra quasi che la funzione delle ferie non sia più l’utilizzo programmato in base alle esigenze delle colleghe e dei colleghi per il recupero delle energie, ma piuttosto il mero adempimento burocratico per l’Amministrazione, tradotto: “programmazione annuale irrevocabile delle ferie e pazienza se nel corso dei mesi le esigenze di vita cambiano, ciò che conta non sono i nostri bisogni ma che l’Amministrazione abbia programmato e fatto rispettare inderogabilmente il programma.”

Mentre col precedente CCNL si otteneva maggiore tutela, estendendo fino a giugno il termine per l’utilizzo delle ferie dell’anno precedente, queste nuove misure incidono negativamente sui diritti di chi lavora e sono favorite dalla formulazione del nuovo CCNL, che la FP CGIL ha rifiutato di sottoscrivere anche perché – come detto – sta permettendo l’arretramento di tutele conquistate penalizzando i lavoratori in nome di una presunta stabilità, senza garantire nemmeno miglioramenti salariali adeguati.

Chi non riesce a comprendere che una rigida e inderogabile programmazione entro aprile finisce per non tenere conto delle reali esigenze dei lavoratori? Questo approccio trasforma il diritto alle ferie in uno strumento di controllo, invece di favorire un giusto equilibrio tra vita lavorativa e personale.

La FP CGIL ritiene che la responsabilità di queste rigide direttive ricada anche sulle organizzazioni sindacali firmatarie (CISL, FLP, UNSA e CONFINTESA), che hanno accettato un contratto svantaggioso per i lavoratori e solo adesso si accorgono degli effetti.

  • Il divieto di monetizzare le ferie non godute, salvo rari casi eccezionali, oltre a rappresentare un’ingiustizia diventa ora anche l’alibi di questa rigidità, che l’Agenzia ha colto rapidamente a differenza del riconoscimento dei buoni pasto per i quali invece “possiamo attendere”. Di fronte a questa situazione riteniamo sia necessario:
  • Una revisione immediata delle direttive sulle ferie, per garantire maggiore flessibilità e rispetto dei diritti dei lavoratori.
  • La reintroduzione della possibilità di monetizzare le ferie non godute, almeno nei casi in cui l’impossibilità di usufruirne dipenda da esigenze di servizio o personali non imputabili al lavoratore.
  • Il rispetto del diritto al riposo e alla conciliazione tra lavoro e vita privata, senza che questi vengano subordinati a mere esigenze burocratiche o di controllo.
  • Un confronto urgente con le rappresentanze dei lavoratori per cercare un equilibrio tra le esigenze dell’Agenzia e i diritti dei lavoratori.

La FP CGIL continuerà a battersi affinché i diritti dei lavoratori siano rispettati e per contrastare gli effetti negativi di un contratto che consideriamo penalizzante.

Le direttive e le ultime disposizioni di servizio sulle ferie rappresentano solo l’ennesimo esempio di come i diritti dei dipendenti pubblici vengano ridotti e noi non resteremo in silenzio di fronte a questa ingiustizia.

FpCgil Roma e Lazio Coordinamento Regionale Agenzia Entrate 

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