Ieri, 5 giugno 2019, i rappresentanti regionali e territoriali della Fp Cgil di Roma e Lazio sono tornati a visitare la casa circondariale di Velletri, tra le strutture più carenti d’Italia circa il rapporto agenti-detenuti. “Nulla è cambiato da novembre, quando, per l’ennesimo caso di aggressione, abbiamo sottolineato come i 277 agenti di polizia penitenziaria previsti in realtà siano 199 (di cui una parte , circa 30, non in servizio perché impegnati in servizi esterni o assenti per altre motivazioni), mentre i detenuti – che dovrebbero essere 411 – sono attualmente 559. Nelle scorse settimane, si sono superati i 600”, dichiara il sindacato.
“Gli agenti sono pochi e con età media elevata, oltre i 50 anni, e di conseguenza tanti saranno i pensionamenti nei prossimi anni. Ma le carenze riguardano anche il personale amministrativo e gli educatori: di questi, dei 7 previsti, tra pochi mesi resteranno in 3, di cui uno in part time. Il personale sanitario che lavora da anni presso l’istituto è in larga parte precario. Una situazione insostenibile che rende critiche le condizioni di detenzione e di lavoro, con conseguenze disastrose non solo in termini di sicurezza, ma anche per la gestione delle attività quotidiane e per la programmazione di progetti futuri. Attività che sono parte fondante del periodo di detenzione e fondamentali per il reinserimento: nell’istituto vengono coltivati prodotti ortofrutticoli in serra, e i detenuti sono impegnati anche in attività di manutenzione ordinaria e pulizie. Si può studiare per il diploma di perito agrario, e nove detenuti affronteranno a breve le prove di maturità. Ma le risorse per queste attività sono sempre meno – prosegue la Fp Cgil di Roma e Lazio – tagliate quest’anno di 200 mila euro, che vuol dire meno ore di lavoro da assegnare”.
E poi le carenze strutturali: un unico agente alla sbarra di ingresso, i controlli solo alle mura di cinta, locali fatiscenti e sporchi, dagli uffici alla sala colloqui. Là dove si accolgono i familiari, donne e bambini: anche questa è l’immagine dello spazio pubblico.
“Velletri non è un caso isolato: situazione simile a quanto stiamo verificando e denunciando in tutte le realtà penitenziarie della regione. Servono risorse e assunzioni, agenti e altre figure professionali giovani e preparati. Continueremo a farlo, e a chiedere investimenti per il lavoro, la valorizzazione delle professionalità del corpo della polizia penitenziaria e la loro sicurezza, così come il rispetto dei diritti umani per i detenuti e condizioni dignitose per i familiari che gli fanno visita. Una parte del piano straordinario di assunzioni che chiediamo per tutti i servizi pubblici. Con noi, le lavoratrici e i lavoratori della polizia penitenziaria del Lazio saranno in piazza l’8 giugno: futuro è pubblico. E dalla qualità del lavoro e dal livello di investimenti passa la qualità dei servizi che ogni giorno garantiamo a tutti i cittadini”, conclude la Fp Cgil.