Cgil Cisl Uil: “Bene l’impegno della Regione a convocare i vertici della Comunità. Pronti a chiedere la surroga se la situazione non si sblocca”
Tre mesi di stipendi arretrati. Una crisi economica che sembra non avere fine. 10 anni di piani di rientro mai rispettati. I dipendenti della Comunità Capodarco di Roma hanno incrociato oggi le braccia per salvaguardare retribuzioni e futuro professionale.
A margine della manifestazione che si è svolta sotto la sede della Regione Lazio, una delegazione di Fp Cgil Roma e Lazio, Cisl Fp Roma Capitale Rieti e Uil Fpl Roma e Lazio è stata ricevuta dall’amministrazione regionale e i lavoratori hanno incassato un impegno che lascia aperta una speranza di composizione della vertenza.
“Apprezziamo l’impegno scritto della Regione a convocare i vertici della Capodarco e la Asl Roma 2 affinché vengano risolte al più presto le questioni economiche aperte e si torni alla normalità anche sul piano dei servizi ai pazienti”, commentano le tre sigle sindacali. “La comunità è infatti fortemente indebitata anche nei confronti di Equitalia e di altri enti. Abbiamo chiesto alla Regione di farsi parte attiva, perchè i danni della cattiva gestione non possono ricadere su lavoratori e cittadini”.
“La nostra mobilitazione continua. Vogliamo soluzioni certe”, ribadiscono le federazioni di categoria di Cgil Cisl e Uil. “Se non si arriverà, in tempi brevi, al pagamento dei mesi di stipendio arretrati, chiederemo alla Asl Roma 2 di sostituirsi alla Capodarco nel versamento delle spettanze ai lavoratori, come previsto dalla normativa relativa alla cosiddetta surroga”.