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Anticipo Tfs/Tfr in dirittura d’arrivo. Come funziona: la guida della Fp Cgil

Entrato in vigore il 30 di giugno il decreto che regolamenta le modalità con cui i dipendenti pubblici che cessano dal servizio possono accedere all’anticipo del TFR/TFS. Sono interessati dalla norma i dipendenti pubblici, compreso il personale della Scuola, o degli Enti di Ricerca pubblici che sono andati o andranno in pensione con l’anticipata o di vecchiaia e coloro che hanno scelto il pensionamento con la quota 100. Categoria questa tra le più interessate alla possibilità di richiesta di anticipo.

Si dovrà comunque attendere la stipula di un accordo tra il Ministero del Lavoro e l’ABI, in cui sarà fissato il tasso d’interesse e le condizioni che disciplineranno il prestito. Ricordiamo che l’importo massimo erogabile è 45 mila euro. Per presentare l’istanza, sarà necessario inoltrare domanda all’INPS personalmente o tramite Patronato.

L’INPS rilascerà entro 90 giorni la certificazione con la quale il richiedente potrà presentare alla banca prescelta la domanda di erogazione dell’intero importo sul proprio conto corrente. L’anticipazione della banca si configura come un finanziamento che verrà estinto dall’INPS al momento della maturazione del diritto al TFR/TFS.

La Fp Cgil di Roma e Lazio ha realizzato una guida pratica che riassume norme, passaggi e modalità di funzionamento dell’anticipo, e in più un focus sulle differenze dei trattamenti, di fine rapporto (TFR) e fine servizio (TFS) da tenere sempre a portata di mano per orientare lavoratrici e lavoratori in materia di pensioni e liquidazioni. 

L’ANTICIPO DEL TFR/TFR: COS’E E COME SI RICHIEDE (PDF1)

TFR E TFS: LE DIFFERENZE TRA LE DUE MODALITA’ DI LIQUIDAZIONE NEL PUBBLICO IMPIEGO (PDF2)