“Dopo quanto accaduto pochi giorni fa a Villa Betania, anche al Policlinico Casilino, nella notte tra il 16 e il 17 settembre, sono state rimosse le bandiere di Cgil Cisl Uil, simbolo della protesta per il rinnovo del contratto nazionale. Abbiamo già sporto denuncia ai Carabinieri”. Questa la denuncia di Giancarlo Cenciarelli, Roberto Chierchia e Sandro Bernardini – segretari generali di Fp Cgil Roma e Lazio, Cisl Fp Lazio e Uil Fpl Roma e Lazio.
“Solo due giorni fa eravamo in sciopero, con adesione in alcune strutture fino al 100%, per chiamare l’imprenditoria privata a riconoscere il più fondamentale dei diritti, quello al contratto nazionale. Togliendo le bandiere dei lavoratori in protesta, non si cancella la vergogna dei 14 anni rubati ai 25mila operatori lasciati ancora senza contratto nonostante i sacrifici, l’impegno e una pandemia vissuta in prima linea. Cancellare i simboli della lotta democratica di certo non è un segno di rispetto verso la sacrosanta protesta dei lavoratori, i cui diritti sono già stati calpestati più volte da chi nega, come ogni giorno denunciamo, con vergogna e irresponsabilità, la sottoscrizione definitiva della preintesa sul contratto nazionale”, continuano i sindacalisti.
“Come a Villa Betania, non solo rimetteremo le bandiere al loro posto, ma le metteremo raddoppiate. Qui c’è in gioco il futuro di migliaia di lavoratori e famiglie, ma anche quello del servizio sanitario regionale. La Regione Lazio ha fatto un passo importante disponendo la copertura del 50% dei costi del rinnovo. Ora vada avanti intervenendo sulle regole: niente accreditamento a chi non rispetta i lavoratori e non rinnova i contratti nazionali”, proseguono Cenciarelli, Chierchia e Bernardini.
“Queste azioni non ci intimidiscono, la nostra mobilitazione non arretrerà di un millimetro. Ogni provocazione non avrà altro effetto che far aumentare la determinazione dei lavoratori. Andremo avanti fino alla firma definitiva del contratto”, concludono i sindacalisti.