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Covid 19: Zètema evita il confronto su smart working e sicurezza. Si coinvolgano i sindacati!

Lo scorso 26 Ottobre abbiamo inviato una nuova lettera all’amministrazione di Zètema perché ancora in attesa di riscontro alle istanze poste in merito al rispetto delle norme di sicurezza vigenti per ridurre il contagio di Covid -19. I

In data 1 Ottobre avevamo chiesto chiarimenti circa la misurazione della temperatura del personale ai soli Musei Capitolini ( attuata in violazione al protocollo di Federculture a cui Zètema risulta ancora associata) e le bizzarre, quanto inopportune, disposizioni del Direttore del Museo al personale di Zètema . La convulsa attività che evidentemente ha impegnato tutto lo staff dirigenziale aziendale ha impedito di dare riscontro all’istanza, ma, si auspica che le risposte tanto attese finalmente arrivino dopo questo ennesimo sollecito.

Nella riunione sindacale del 6 ottobre scorso, si è assistito al reiterato tentativo di rinvio da parte di Zètema del lavoro da remoto per il call center. L’inaccettabile proposta di avviare la modalità agile a partire da gennaio a cui si è opposta fermamente la scrivente, ha indotto l’Azienda a stimare l’entrata in attività del centralino a partire da fine mese. Non avendo ricevuto alcun aggiornamento, se ne chiede contezza al fine di evitare ulteriori e reiterati rinvii.

La scorsa settimana, noncurante di quanto la Cgil sollecitasse le misure di riduzione del personale negli uffici in ragione dell’aumento dei contagi ormai evidente, l’Azienda ha varato l’ennesima inefficace disposizione che sancisce la presenza dei dipendenti di “almeno due giorni ( 16 ore)” in presenza – fatto salvo qualche raro caso di dirigenti compiacenti con i propri fidati collaboratori a cui sono state concesse altre specifiche modalità.

L’ulteriore DPCM del 24 ottobre 2020 recepito in G.U. il 25 ottobre 2020 “ raccomanda la differenziazione dell’orario di ingresso del personale anche da parte dei datori di lavoro privati” ( art.3 comma 4 ) ed aggiunge che è “ fortemente raccomandato l’utilizzo del lavoro agile da parte dei datori di lavoro privati” ( art.3 comma 5). Alla luce di questi aggiornamenti normativi che, ci sentiamo di sostenere con assoluta certezza includano anche Zètema, si chiede di superare la rigidità delle disposizioni varate, incluse le surreali percentuali di riproporzionamento della giornata lavorativa in agile a cui sarebbero sottoposti ad oggi i dipendenti part time.

Sono stati chiesti chiarimenti all’Azienda in merito ad alcune comunicazioni mancanti relativamente a casi di contagio tra i dipendenti di Zètema che avrebbero comportato la chiusura di alcune strutture. Nessuna risposta è stata fornita alla scrivente, nè risultano essere stati informati gli RLS circa l’attuazione dei protocolli previsti. Si precisa, qualora fosse necessario, che nell’ultimo DPCM, così come peraltro già previsto, è ribadita la necessità di assumere “ protocolli anti-contagio ed incentivare le opere di sanificazione”.

Oltre a non rispettare il ruolo della scrivente Organizzazione Sindacale, che con assoluto senso di responsabilità ha sempre collaborato per la gestione della difficile attuale situazione, poco si comprende la mancanza di riscontro oltre che la disapplicazione delle norme basilari dettate da disposizioni di leggi, oltre che dal comune buon senso, mettendo così a rischio la salute di tutti. Se non si dovessero ricevere immediate risposte alle istanze qui rappresentate, ci rivolgeremo alle competenti sedi per ottenere prioritariamente il rispetto delle norme di sicurezza a garanzia di tutte le lavoratrici e dei lavoratori, e per il corretto ripristino delle relazioni sindacali.

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