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Manifesti di pro-vita anche a Roma: basta narrazioni tossiche sul corpo delle donne!

Anche a Roma ieri è apparso, dopo Milano, il vergognoso manifesto raffigurante una donna stesa a terra, priva di sensi e con una mela morsa in mano, con accanto la scritta: “Prenderesti mai del veleno?”. Il “veleno” in questione è la pillola per l’interruzione volontaria di gravidanza, la RU486.
Questa moderna Biancaneve, rea di aver abortito, è frutto di una campagna ideata dall’associazione Pro Vita & Famiglia, creatrice anche del beffardo ashtag #dallapartedelledonne e del motto “Anche questa è violenza”. Più che dalla parte delle donne, stanno dalla parte della violenza. La violenza invece è sempre quella derivata dalla cultura patriarcale, che da secoli relega le donne a ruoli subordinati. La violenza è anche psicologica, quando si utilizzano termini spregiativi per giudicare le scelte di una donna.
La violenza è di coloro, medici obiettori in primis, che non rispettano la Legge 194/78 e che spingono donne ad effettuare aborti clandestini, rischiando anche la vita. La violenza è fare, consapevolmente e volutamente, disinformazione e diffondere un’abbietta cultura patriarcale. La violenza è imporre il corpo delle donne come veicolo pubblicitario, e sono ancora più offensive quelle pubblicità con protagoniste donne semi nude, dove la donna è mercificata. Quest’ennesimo ignobile episodio deve unirci per investire maggiormente nella formazione, di donne e uomini, per combattere la cultura patriarcale, evidente non solo nei femminicidi che quotidianamente si susseguono o nei soprusi sul luogo di lavoro, ma è insita nella cultura occidentale fin dai suoi primordi.
Dall’istituzione della Chiesa cattolica infatti, le donne hanno perso potere e ruoli all’interno della società, e quando queste si ribellavano all’ordine costituito, erano tacciate di stregoneria e arse vive. Tuttora nel mondo islamico le donne sono costrette ad indossare veli che le nascondono agli occhi altrui, obbligate dai loro “fratelli” musulmani, e sono lapidate in caso di tradimento.
Le discriminazioni e la violenza non hanno purtroppo confini, né territoriali né culturali, ma deve essere una nostra missione quella di scalfire la cultura patriarcale, rea di aver sempre agito a discapito delle donne, e questo rivoltante manifesto ce lo ha ricordato.

Coordinamento Donne Fp Cgil Roma Lazio

per la Segreteria Anna Vernarelli