“L’impegno per la stabilizzazione dei 70 lavoratori dell’Agenas, passati nel frattempo da precari a disoccupati, va mantenuto. Basta ritardi: famiglie senza stipendio e funzionamento dell’agenzia a rischio. Serve subito il decreto per farli tornare a lavoro”. Giancarlo Cenciarelli, Roberto Chierchia e Sandro Bernardini – segretari generali di Fp Cgil Roma e Lazio, Cisl Fp Lazio e Uil Fpl Roma e Lazio – annunciano il nuovo presidio che si terrà mercoledì 3 marzo al Ministero della Salute (dalle 10 alle 12, piazza Castellani), per accelerare sulla riassunzione e stabilizzazione del personale precario.
“Nell’incontro avuto lo scorso 11 gennaio presso il Ministero della Salute, le strutture dirigenziali dello stesso Ministero, unitamente al direttore generale di Agenas, hanno preso l’impegno di definire il percorso per avviare e completare le procedure per la stabilizzazione, a favore della quale si era già reso disponibile il Dipartimento della Funzione Pubblica. Le modalità e le procedure di interesse per questi lavoratori, cessati il 31 dicembre 2020 e ancora senza stipendio, avrebbero dovuto essere contenute in un apposito decreto, da emanare entro il termine del 31 gennaio 2021.Abbiamo atteso i rallentamenti dovuti alla crisi che ha portato ad una nuova composizione del governo: alla luce della ritrovata stabilità, riteniamo non più rinviabile il completamento delle procedure e la definizione dei percorsi come prospettati.
“Non si può attendere oltre per dare attuazione all’accordo raggiunto dopo mesi di lotte e presidi: l’indispensabile funzione di coordinamento dei servizi sanitari regionali svolta da Agenas deve essere garantita, innanzitutto restituendo certezza e lavoro alle ad alta specializzazione, al momento senza occupazione, dopo anni di servizio”.
“E’ per questo che saremo di nuovo in piazza e lotteremo fino a che la soluzione definitiva non sarà trovata con estrema urgenza per i 70 lavoratori che sono già da due mesi senza stipendio”, concludono Cenciarelli, Chierchia e Bernardini. “Ci attendiamo dal ministro e dal nuovo governo la piena attuazione degli impegni assunti: solo attraverso la qualificazione e il riconoscimento del lavoro è possibile rafforzare un sistema sanitario che è ancora, più che mai, il primo baluardo di difesa per i cittadini e la comunità”.