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Lazio, continua il piano vaccinale per il personale penitenziario. Fp Cgil: “Dopo nostre rivendicazioni e il sit-in di venerdì scorso, finalmente una massiccia e capillare profilassi”

  •  “Dopo le continue rivendicazioni portate avanti dalla FP CGIL Roma Lazio, non per ultimo il sit-in di protesta organizzato venerdì scorso, dinanzi il carcere di Regina Coeli, il piano vaccinale è stato rinforzato e continuerà a favore di tutti i poliziotti penitenziari e del personale delle Funzioni Centrali, anche per coloro che prestano servizio nelle sedi extra moenia”, così Stefano Branchi, Fp Cgil Roma e Lazio, esprimendo soddisfazione per l’attenzione dimostrata dai vertici nazionali e regionali  dell’Amministrazione Penitenziaria.

    “Durante questa settimana – prosegue Branchi – la vaccino-profilassi continuerà presso l’HUB di Fiumicino, interessando i lavoratori e lavoratrici della Polizia Penitenziaria in servizio presso gli Istituti e i servizi della Regione Lazio. Le carceri sono ambienti vulnerabili e con palesi difficoltà che, dato il quadro epidemiologico ancora evidente, potrebbero compromettere l’incolumità fisica di operatori e utenti, con ricadute negative sull’intera collettività”.

    “Aver alzato il livello della protesta ha portato a un positivo risultato in termini di maggiore sensibilità e attenzione alla giusta tutela della salute dei lavoratori. Oltre alla prosecuzione del piano vaccinale, è necessario che si vada avanti con ulteriori e costanti attività di monitoraggio su sicurezza e condizioni di lavoro nei plessi, tese ad arginare l’epidemia. Continueremo a tenere alta l’attenzione su ogni aspetto, che lega le pregresse criticità dovute alle croniche carenze di organico, per cui è fondamentale prevedere immissioni straordinarie a compensazione dello squilibrio tra minor personale in servizio e maggior numero di detenuti (un quadro comune a tutte le strutture laziali), ai maggiori rischi dovuti all’emergenza pandemica. Come sempre faremo la nostra parte a tutela dei lavoratori, dei servizi e delle condizioni di vita e lavoro all’interno del sistema penitenziario”, conclude il sindacalista.