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Sanità privata, Fatebenefratelli Isola Tiberina: domani 11 maggio lavoratori in presidio. Cgil Cisl Uil denunciano opacità nel cambio di proprietà: “1.000 posti di lavoro a rischio e stipendi tagliati. Senza garanzie la protesta non si fermerà”

Situazione sempre più difficile all’Ospedale Fatebenefratelli dell’Isola Tiberina: lavoratori con retribuzioni tagliate e posti di lavoro a rischio nella ventilata ipotesi di vendita dell’azienda. Fp Cgil Roma Lazio, Cisl Fp Lazio e Uil Fpl Roma e Lazio denunciano lo stato di totale incertezza che grava sullo storico nosocomio romano tra crisi finanziaria, procedura di concordato e gravi irregolarità nei confronti del personale. Ultimo schiaffo, la fuga dalle responsabilità dell’attuale presidenza che, nonostante mesi di pressioni da parte dei sindacati, continua a sfuggire al confronto. Le federazioni di categoria si preparano a dare battaglia, a partire da:

Domani, 11 maggio, dalle ore 10 alle 12
PRESIDIO DI PROTESTA

“Mille dipendenti e mille famiglie allo sbando, mentre il futuro del Fatebenefratelli è appeso a un filo e le trame di un possibile passaggio di proprietà al Gruppo Dan Donato si tessono nell’ombra, ignorando ogni obbligo di legge sulla trasparenza nei confronti dei dipendenti e dei loro rappresentanti”, hanno scritto i sindacati. “Siamo al caos, con l’azienda che agisce in spregio della più elementare considerazione di chi continua responsabilmente a far funzionare reparti e servizi, avendo già pagato un prezzo durissimo alla crisi finanziaria dell’ospedale e all’emergenza pandemica”.

“Ai lavoratori è negato anche il riconoscimento per intero degli aumenti contrattuali stabiliti dal nuovo CCNL, siglato dopo 14 anni di lotta e trattative. ”, hanno rimarcato Cgil Cisl e Uil. “Abbiamo già indetto lo stato di agitazione contro la scelta unilaterale di erogare solo il 50% degli aumenti, cioè la quota coperta da risorse pubbliche, dividere l’una tantum di 1.000 euro in due tranches e spalmare gli arretrati da luglio 2020 fino a tutto il 2023. Mentre si continuano a sperperare risorse pagando migliaia di euro al mese a società di consulenza”.

“Pretendiamo che la Regione Lazio intervenga: è inaccettabile che una struttura sanitaria accreditata, che vive anche di risorse pubbliche si permetta di calpestare i diritti dei lavoratori e dei contribuenti. Noi non ci fermeremo. Se non otterremo trasparenza, garanzie sui posti di lavoro e applicazione piena del nuovo contratto di lavoro, siamo pronti alle più eclatanti iniziative di protesta”.