La Capitale d’Italia ha un sistema bibliotecario imponente e in estrema sofferenza, con una spesa pro-capite tra le più basse d’Europa. All’Istituzione Biblioteche di Roma, peraltro commissariata, fanno riferimento 40 sedi, oltre ad altri servizi centrali e periferici e alla gestione dei Bibliopoint. Un’attività in crescita a cui si sono destinate sempre meno risorse e sempre meno personale. Negli ultimi 15 anni si sono perse circa 130 unità di ruolo, il 35%, mentre le sedi aperte sono aumentate. Le risorse a bilancio, scese progressivamente negli anni, per il prossimo triennio parrebbero assestarsi al di sotto dei 20 milioni di euro. Escludendo per ovvie ragioni gli ultimi due anni, già nel 2019 si registrava una riduzione delle attività dell’11% rispetto all’anno precedente, con un calo delle entrate dirette del 36%.
Sulla denuncia fatta unitariamente sulle Biblioteche di Roma, Fabio Moscovini, Fp Cgil Roma e Lazio, precisa: “Pochi investimenti, poche risorse, a fronte di tanto lavoro e tanta inventiva – a costo zero – da parte di un personale specializzato che uscendo, negli anni, ha lasciato un vuoto professionale non ancora colmato. È la generazione che ha avviato l’esperienza dell’Istituzione che sta andando in pensione, senza riuscire il know how acquisito”.
“Sono tante le figure legate alle attività culturali, essenziali per dare un servizio ampio e di qualità ai cittadini: non solo bibliotecari, istruttori culturali, ma anche profili amministrativi, economici, di comunicazione, tecnici e informatici. Sul personale c’è il vero paradosso: non comprendiamo ancora come sia stato possibile assegnare solo 14 funzionari bibliotecari all’Istituzione, destinando gli altri 27, tutti assunti nel 2020, ad altri uffici, come anagrafe e municipi. L’investimento sul personale di Roma Capitale è chiaramente a tutto tondo, e con i nuovi concorsi è stato possibile ricominciare ad assumere per far funzionare complessivamente il sistema dei servizi comunali. Ci auguriamo che nell’assegnazione dei nuovi ingressi, si scelga di destinare alcune figure all’Istituzione, per coprire ruoli amministrativi o informatici ad esempio, e dall’altra si recuperino le professionalità culturali oggi impiegate altrove per restituire centralità e dignità ai servizi alla cultura che fanno capo alle Biblioteche”, prosegue Moscovini.
“Ci aspettiamo un segnale politico dall’Assessora alla promozione culturale, Fruci, che mostri chiaramente l’intenzione di rilanciare servizi e attività delle Biblioteche di Roma, centrali per la crescita culturale dei cittadini e la fruizione complessiva di un patrimonio immenso e unico come quello della Capitale. E all’Assessore al personale De Santis chiediamo unitariamente di confrontarsi sulla programmazione delle destinazioni dei nuovi assunti dal “concorsone”. Su Biblioteche di Roma è importante fare subito quanto l’amministrazione è già nelle condizioni di fare, con le risorse di oggi, ed aprire al confronto per programmare interventi futuri, altrimenti la protesta si farà sentire”, conclude.