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LETTERA APERTA ALLE ISTITUZIONI SUL MUSEO DELLE CIVILTÀ

Roma, 19 novembre 2024

L’annuale pubblicazione dei dati relativi ai visitatori e agli introiti dei Musei e Parchi archeologici dotati di
autonomia speciale, da parte dell’Ufficio di Statistica della Direzione Generale Bilancio del MIC, conferma
quanto la nostra organizzazione sindacale denunciava pubblicamente già un anno fa ovvero il totale fallimento della direzione di Andrea Viliani alla guida del Museo delle Civiltà. (Link al precedente comunicato: https://www.fpcgilromalazio.it/2023/10/08/comunicato-stampa-museo-delle-civilta/)


Le osservazioni emerse negli ultimi mesi dalla critica giornalistica, dalle associazioni culturali del calibro
dell’Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli e da esperti del settore trovano riscontro nei dati pubblicati dal Ministero e nelle rilevazioni SISTAN a partire dal 2016, anno di costituzione del Museo.
Nel 2023, il Museo delle Civiltà ha registrato un introito netto di 70.941 euro, una cifra inferiore rispetto agli anni precedenti:

  • nel 2016: 84.120 euro
  • nel 2017: 75.237 euro
  • nel 2018: 73.265 euro
  • nel 2019: 74.996 euro.
    Ancor più preoccupante è il calo del numero di visitatori: nel 2023 il museo ha accolto 39.946 visitatori (di cui 7.843 paganti), un notevole arretramento rispetto al passato:
  • nel 2016: 74.195 visitatori (di cui 17.301 paganti)
  • nel 2017: 78.806 visitatori (di cui 13.881 paganti)
  • nel 2018: 51.688 visitatori (di cui 8.554 paganti)
  • nel 2019: 52.402 visitatori (di cui 8.990 paganti).

In un contesto complessivo di crescita, e in alcuni casi di forte aumento, dei musei autonomi italiani, sia in termini di incassi che di visitatori, il Museo delle Civiltà è quello che ha registrato i risultati più deludenti.
Rispetto al periodo pre-Covid ed è addirittura in calo. Nella virtuale classifica dei 40 musei autonomi italiani, il Museo delle Civiltà è passato dal 37° posto nel 2020 al 39° posto nel 2023. Se confrontiamo i dati con quelli precedenti al 2016, quando i quattro musei che compongono oggi il Museo delle Civiltà erano separati, il gap diventa ancora più evidente, nonostante il biglietto fosse più basso di quasi il 50% rispetto a quello attuale, gli incassi erano superiori.

Dal suo insediamento, la direzione di Andrea Viliani ha segnato un drastico calo delle presenze scolastiche e l’interruzione di numerosi progetti di collaborazione con scuole romane, in particolare quelle dell’EUR, e con altre istituzioni culturali e sociali.


L’operato di Viliani è ancora più deludente se si considera l’ingente flusso di investimenti diretti al museo, che ammontano tra gli 8 e i 10 milioni di euro in scarsi tre anni. Questi fondi sono stati spesi principalmente per l’acquisto di opere d’arte contemporanea da privati (spesso con finanziamenti provenienti dal PAC – Piano d’Arte Contemporanea), che hanno trasformato il Museo delle Civiltà in un museo d’arte contemporanea, nonostante la sua vocazione originaria di museo archeologico, scientifico ed etnografico. Le risorse sono state destinate principalmente all’esposizione di tali opere, al finanziamento di artisti e consulenti esterni, e all’allestimento di mostre temporanee, senza alcuna attenzione per la conservazione del patrimonio storico e archeologico del museo, che versano in condizioni critiche.


A fronte di questi investimenti non strutturali, il lavoro di studio, catalogazione e sistemazione delle collezioni storiche è stato abbandonato. L’immenso patrimonio pubblico posseduto dal Museo delle Civiltà è rimasto spesso inaccessibile e non valorizzato adeguatamente, con interi fondi documentari e materiali che
necessitano di approfondimenti urgenti. Le collezioni storiche sono state progressivamente marginalizzate in
nome di una “contemporaneizzazione” delle esposizioni, che ha svuotato il museo della sua identità
scientifica e educativa, per trasformarlo in una galleria d’arte contemporanea di secondo livello. L’acquisto
di opere d’arte da privati ha dato vita a una rete ambigua di interessi che ha legato l’istituzione pubblica a un
numero ristretto di gallerie e curatori d’arte, mentre i fondi pubblici sono stati utilizzati per allestire mostre
di breve durata senza un’adeguata intermediazione per il pubblico e con una carenza di apparati informativi
e didattici comprensibili.


Negli ultimi due anni e mezzo, i finanziamenti privati a sostegno del museo sono praticamente scomparsi. Al
contrario, ora è il Museo delle Civiltà a finanziare le mostre e le attività dei privati, mettendo in secondo
piano la tutela e la promozione del proprio patrimonio storico. Anche le attività di terziarizzazione, che in
passato avevano contribuito a realizzare mostre e progetti di valorizzazione, sono crollate.
La gestione dei fondi da parte della Direzione è altrettanto preoccupante, con il ricorso a contratti per gli
stessi professionisti e tecnici esterni da quasi tre anni, senza alcun principio di rotazione e senza valorizzare
le figure interne o disponibili nell’ambito del Ministero.


Inoltre, la Direzione ha investito risorse in una campagna mediatica e pubblicitaria che ha diffuso cifre irrealistiche sui visitatori e sugli incassi del museo, senza riscontri nei dati ufficiali. L’immagine del museo è stata stravolta per promuovere una visione autoreferenziale che ha portato alla perdita del prestigio scientifico e culturale dell’istituzione. I problemi legati alla conservazione delle collezioni, alla sicurezza dei lavoratori e alla gestione del patrimonio rimangono irrisolti, nonostante le continue segnalazioni da parte delle organizzazioni sindacali.

Questa situazione preoccupante impone una riflessione anche in vista degli annunciati interventi radicali sulle strutture e sulle collezioni, con ingenti finanziamenti destinati a modificare sensibilmente la fruizione pubblica e la gestione del museo. Interventi che avranno un impatto significativo sul lavoro del personale e sull’identità di uno dei musei più importanti di Roma. Facciamo appello alle Istituzioni tutte e al Ministero della Cultura in primis affinché si intervenga a salvaguardia dell’importante patrimonio del MUCIV e della tradizione di studio e ricerca dei musei che lo compongono.

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