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Aifa – Agenzia italiana del Farmaco, proclamato lo stato di agitazione della dirigenza Cgil Cisl Uil: “Su mancato riconoscimento e discriminazioni il Ministero della Salute intervenga o daremo battaglia”

++ ASSEMBLEA SINDACALE UNITARIA DELLA DIRIGENZA SANITARIA DELL’AIFA ++

4 APRILE 2022 ORE 11-13

Sulla dirigenza sanitaria dell’Agenzia italiana del farmaco i sindacati sono pronti a dare battaglia. Fp Cgil Roma Lazio, Cisl Fp Roma Capitale Rieti e Uil Pa Roma e Lazio hanno infatti indetto lo stato di agitazione e preparano la mobilitazione. Al centro della protesta, denunciano le federazioni di categoria, “il mancato riconoscimento del ruolo unico della dirigenza sanitaria per il personale Ds e le inconcepibili discriminazioni, a parità di lavoro svolto e di responsabilità, tra i dirigenti sanitari Aifa e i pari livello del Ministero della Salute”. “E’ gravissima l’esclusione dei dirigenti sanitari dell’Aifa dall’emendamento n. 21.0.22 testo 2. Inaccettabile riconoscere l’indennità di esclusività di rapporto per i soli dirigenti sanitari del Ministero della salute”, dichiarano Francesca De Rugeriis, Emanuela Nieddu e Carmela Cilento, segretari territoriali di Fp Cgil Roma Lazio, Cisl Fp Roma Capitale Rieti e Uil Pa Roma e Lazio. “Ancora una volta ci troviamo di fronte a disparità di trattamento, che causano ingiuste e inconcepibili discriminazioni. Quanto recentemente accaduto si aggiunge al mancato riconoscimento del ruolo unico della dirigenza sanitaria per il solo personale Ds di Aifa, dopo ben 4 anni di distanza dalla legge numero 3 del 2018 (c.d. legge Lorenzin) successivamente modificata dalla legge numero 145 del 2018 (art. 375 comma 3 bis). “La situazione ha superato ampiamente i limiti della tollerabilità per questo continueremo a fare pressione sui vertici dell’agenzia e del ministero” concludono i sindacalisti. “Ovviamente se non avremo risposte attiveremo tutte le azioni di lotta, utili al pieno soddisfacimento dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori della dirigenza sanitaria dell’agenzia, promuovendo un presidio al Ministero della Salute”.

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