Il crollo di S. Giuseppe dei Falegnami nel cuore di Roma è risaltato alla cronaca, in questi giorni, come il simbolo di una gestione del patrimonio culturale che va cambiata. A questo, si è aggiunta la notizia del distacco di frammenti di tufo ieri mattina dalle mura del Passetto di Borgo, il passaggio pedonale sopraelevato che collega il Vaticano con Castel Sant’Angelo. Come già successo per S. Giuseppe, anche per il Passetto sono intervenuti subito, insieme ai funzionari del Mibac, vigili del fuoco e polizia locale di Roma Capitale, per la messa in sicurezza dell’area con la chiusura temporanea del tratto al traffico veicolare e pedonale. Interventi che mettono in luce, per contrasto, la fragilità evidente di un sistema di tutela che le ultime riforme del MIBAC hanno indebolito e frammentato.
Le Soprintendenze (responsabili, come nel caso di S. Giuseppe dei Falegnami, di autorizzazioni e controlli, mentre la responsabilità della manutenzione e dei restauri del tetto della chiesa rientrano nelle competenze del Vicariato), sono state prima a rischio chiusura e poi modificate due volte i tre anni, vedendo ridursi risorse e personale, spostati su musei e parchi autonomi. Il cuore di Roma pulsa della valorizzazione del Parco Archeologico del Colosseo, isola il simbolo e perde però le possibilità di cura del tessuto fragile e preziosissimo che è il patrimonio di Roma. Conservazione preventiva, manutenzione continua, mappa del rischio, sono obiettivi essenziali di una vera politica culturale che tenga viva questa città. La tutela del patrimonio, tutto, è obiettivo primario del Mibac, e su questa devono concentrarsi investimenti e nuove assunzioni.