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Bloccata l’apertura del CAS a via Salone, Fp Cgil: “inaccettabile”

“Negare diritti non è mai la strada giusta”

Che l’intero sistema dei servizi di accoglienza sia pesantemente sotto attacco è ormai noto. Dopo la nave Diciotti, dopo Riace, un altro caso gravissimo, a Roma, dimostra come, sulla base di un’esasperazione del fenomeno migratorio per nulla supportato dai numeri, le scelte politiche di questo paese vadano pericolosamente, senza più veli, verso una deriva antidemocratica. Fermare l’apertura del CAS , il Centro accoglienza straordinario di via di Salone, zona Settecamini, a Roma, è l’ultimo esempio.

Una città che la storia vuole, al contrario, antifascista ed accogliente. Una città che ancora paga per l’illegalità nella gestione del sistema di accoglienza, dove pochi hanno lucrato e tanti, tutti, hanno pagato: dai lavoratori ai migranti, ai cittadini, italiani e stranieri. È grave come le proteste di organizzazioni che si rifanno a valori opposti e contrari alla nostra costituzione e alla storia di questa città, riescano addirittura a orientare le scelte delle Istituzioni. Negare diritti non è mai la strada giusta: con una comunicazione di poche righe al gestore si nega il diritto a 25 migranti di ricevere accoglienza, al gestore il diritto di erogare un servizio, ai lavoratori il diritto di esercitare la propria professione.

“Siamo per la legalità – dichiara la Fp Cgil di Roma e Lazio – per la ricostruzione di un sistema di accoglienza adeguato ai bisogni dei migranti e dei richiedenti asilo che raggiungono questa città e questa regione, che si integri nel tessuto sociale e si fondi su regole trasparenti e certe. Rappresentiamo i lavoratori che ogni giorno accolgono, assistono, educano, e accompagnano gli stranieri nel percorso di integrazione.
Ci aspettiamo che le Istituzioni tutte, dalla Prefettura alla Regione, dal Comune al Municipio, intervengano per ripristinare la legalità e, soprattutto, il rispetto dei principi su cui si fonda questo Paese”.