“Per le residenze capitoline per persone anziane gestite da Roma Capitale, il nuovo bando mette a rischio posti di lavoro, retribuzioni e qualità dei servizi. Le risposte date dal Dipartimento Politiche Sociali confermano le nostre preoccupazioni”, così Giovanni Alfonsi, Fp Cgil di Roma e Lazio.
“Nel nuovo bando, pubblicato a inizio agosto dal Dipartimento Politiche Sociali, abbiamo rilevato da subito forti criticità, ma la convocazione è arrivata solo dopo due mesi, e con la gara in corso. Ancor prima del bando, una delle case di riposo ha chiuso per lavori di ristrutturazione: gli ospiti di “Casa Vittoria” sono stati spostati ed una parte dei lavoratori è stata ricollocata nel servizio di portineria, mentre il personale OSS è stato ricollocato in altri servizi dall’attuale coop affidataria. Ad oggi, sono i primi a rischiare il licenziamento, perché non è chiaro se avranno diritto o meno alle garanzie previste dalla Clausola Sociale visto che la struttura di Casa Vittoria non è stata ricompresa nel bando: 17 persone tra OSS, educatori e servizio portierato dopo il 20 dicembre, quando scadrà l’assegnazione dell’attuale servizio”, spiega Alfonsi.
“Complessivamente, c’è una riduzione dei posti previsti, con la non inclusione di Casa Vittoria, da 215 a 167. Un demansionamento per gli Operatori Socio sanitari, che verrebbero inquadrati nel livello C1, e non in C2, come è l’inquadramento attuale e come prevede il contratto nazionale, comportando evidentemente una decurtazione salariale. La gara prevede una riduzione di ore di assistenza per gli stessi OSS e una diminuzione delle ore complessive di servizio per gli educatori professionali previsti per Parco di Veio. Anche per questa struttura si prevede l’impiego di due OSS in meno rispetto all’attuale. Quindi, per lo stesso servizio svolto fino ad oggi, in futuro avremo meno ore di assistenza e meno personale. Sono 102 i lavoratori coinvolti, 50 OSS rischiano il demansionamento e, appunto, i 17 di “Casa Vittoria” rischiano il posto”, continua il sindacalista Fp Cgil.
“È un colpo di coda, in linea con le scelte che abbiamo contrastato fino ad oggi, di un’amministrazione cieca ai bisogni della città e che pensa di rivoluzionare il sistema dell’accoglienza secondo logiche di ribasso e risparmio, senza alcun valore al lavoro e al servizio, proprio là dove c’è maggior bisogno. Le residenze per persone anziane gestite dal Comune di Roma, che possono ospitare fino a 80 persone, dovrebbero essere un’alternativa di accoglienza e assistenza, improntate su una dimensione di comunità, dignità e tutela dei più fragili. Proprio i non autosufficienti sono le persone che, con la rimodulazione di ore e personale, riceveranno meno assistenza e dovranno scegliere se andare in RSA o essere seguiti da infermieri privati, con un aggravio di costi per le singole famiglie. Il Dipartimento ha dichiarato di aver costruito il bando applicando la normativa vigente ed il contratto nazionale nel “rivoluzionare” il sistema dell’accoglienza, ma in questo cambiamento non si è voluto armonizzare questo passaggio”.
“In questa città si continua a scegliere di lasciare più soli fragili e anziani, oltre che di colpire il lavoro. Per evitare una bomba sociale fatta di licenziamenti e di riduzioni di stipendi, abbiamo chiesto la sospensione del bando, aprendo la mobilitazione: Venerdì 1 ottobre dalle 10 alle 12 saremo in Assemblea-Presidio al Dipartimento Politiche Sociali Comune di Roma, in Viale Manzoni, con i lavoratori e le lavoratrici delle Case di riposo capitoline”, conclude.