Il resoconto dell’assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori per la presentazione della Piattaforma che deve rinnovare il CCNL 2019-2021, che in Città Metropolitana si è tenuta il 5 marzo – il cui iter, iniziato a febbraio 2020 è stato interrotto dalla pandemia ancora in atto, si ampia dopo la firma del “Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale”, avvenuta il 10 marzo.
La piattaforma e divenuta linee guida per il Rinnovo della Pubblica Amministrazione, un concetto già legato al percorso messo in piedi da Cgil, Cisl e Uil nella contrattazione del rinnovo del CCNL 2016-18. In aggiunta, il tema del lavoro agile che nel corso di quest’anno si è rivelato una realtà prima inimmaginabile.
IN SOSTANZA LA PIATTAFORMA CONTIENE LE RIVENDICAZIONI DELLO SCIOPERO DEL 9 DICEMBRE SCORSO
Le date già lo dicono: per il rinnovo contrattuale siamo in netto ritardo ma ora che quei principi sono divenuti patrimonio comune tra Cgil, Cisl, Uil e Governo, non resta che lavorare, al fine di mettere a frutto il percorso fatto in questi anni di costruzione e innovazione.
PARTE ECONOMICA
Le testate giornalistiche che hanno annunciato la sottoscrizione del Patto hanno riportato la notizia che l’aumento contrattuale per il triennio 2019-2021 ammonterà a 107 Euro pro-capite, cifra assolutamente non confermata in mancanza della costituzione di un tavolo di contrattazione, unico luogo deputato alla definizione di riparto degli importi. L’unica cosa certa è che i rinnovi contrattuali relativi al triennio 2019-2021 salvaguarderanno l’elemento perequativo (punto 1 del Patto) che, lo ricordiamo, riduce il divario tra le retribuzioni più alte e quelle più basse e che sarà stabilizzato facendolo confluire nella retribuzione fondamentale attraverso lo stanziamento di risorse aggiuntive nella legge di bilancio 2022; ulteriori risorse (punto 3 del Patto) saranno stanziate per fronteggiare il superamento delle fasce attualmente in uso (A,B,C,D), così come il CCNL 2018-2016 tramite l’art. 11 aveva sancito, prevedendo l’apertura di tavoli di confronto in ARAN deputato a rivedere gli ordinamenti professionali, provando a sviluppare nuovi percorsi e professionalità in base ai cambiamenti che l’agenda Europea e di Governo prevedono in base ai cambiamenti organizzativi dovuti all’innovazione digitale.
Gli importi oggi a disposizione. A fine anno 2020, nella Legge di bilancio 2021, è stato fissato il fondo per il rinnovo dei contratti a 3,8 miliardi di euro. La cifra messa a disposizione dovrà coprire tutti i comparti della pubblica amministrazione (Magistratura, Questure, Enti Locali, Funzioni Centrali, Sanità, …) per questo l’ipotesi dei 107 di Euro lordi circa, ipotizzati pro capite, in realtà si riducono in base all’incidenza che ogni professionalità di ordine e grado incide sullo stanziato: l’aumento dello stipendio di un magistrato avrà un peso maggiore rispetto a quello di un dipendente di un Ente Locale come il nostro per questo, l’ipotetica cifra messa a disposizione, al momento non potrà che ridursi. Ricordiamo che è ancora in sospeso l’IDV (Indennità di Vacanza Contrattuale) che dovrà essere corrisposta per il mancato rinnovo del contratto 2019-2021 e infine, anche per il nuovo ordinamento professionale (punto 3 del Patto) si prevedono ulteriori finanziamenti che, anche alla luce dei cambiamenti epocali, dovrà trovare nuova collocazione e dignità professionale all’interno di una Pubblica Amministrazione che necessita di cambiare volto. Il tavolo di contrattazione è l’unico luogo dove far confluire ragionamenti e situazioni reali.
PARTE GIURIDICA
L’assemblea del 5 marzo è stata supportata dalle riflessioni dei partecipanti. La Cgil ha posto domande che hanno fatto emergere criticità in particolare sui nuovi profili professionali, sul welfare, sulla certezza dell’integrità del fondo di parte stabile per il salario accessorio e sul comparto delle Polizie Locali oggetto, a livello nazionale, di una razionalizzazione.
Sui profili professionali (punto 3 del Patto) sarà necessario capire come l’ordinamento attualmente in uso potrà divenire flessibilitle per differenziare le competenze, individuare i giusti compensi e garantire crescita professionale. Nel Patto si ipotizzano specifiche professionalità non dirigenziali con particolari conoscenze e competenze, con capacità organizzative e professionali e questo rappresenta un’evoluzione ai contenuti della Piattaforma discussa in assemblea, nella quale si parla di profili evoluti che, a nostro avviso, come abbiamo rilevato, sono di difficile collocazione all’interno delle strutture gerarchiche degli Enti. Naturalmente la formazione del personale rimane un cardine.
Il Welfare è un argomento che da sempre entra nella contrattazione ma, nel nostro Ente, visti i difficili periodi attraversati dopo l’entrata in vigore della Legge 56, con i tre anni in cui anche i bilanci non hanno avuto prospettive triennali, è stato impossibile metterla in atto. In assemblea abbiamo chiesto che venga trattato con le risorse variabili del fondo (e non quelle stabili!) vale a dire con importi messi a disposizione annualmente dall’Amministrazione.
Sul fondo per la retribuzione del nostro salario accessorio, in assemblea è stato da noi negativamente accolta la possibilità contenuta nella Piattaforma di trasportare alcuni importi a bilancio, così come avvenuto per le Posizioni Organizzative, evidenziando che questo toglierebbe potere alla contrattazione. Nel Patto, al momento, di questo non c’è traccia e faremo in modo, nel caso si manifestasse di nuovo la possibilità, che la proposta non venga accolta.
Sul lavoro agile che la Piattaforma, presentata come detto a febbraio 2020, non includeva, il Patto prevede di superare la gestione necessariamente approssimativa della fase emergenziale dovuta al Covid e disciplinarlo sia dal punto di vista contrattuale sia nell’uso all’interno degli Enti ovviamente legato alle modalità di organizzazione che ne facilitino l’uso, anche attraverso l’implementazione delle strutture informatiche.
Sulle Polizie Locali si dovranno attendere gli incontri nazionali ai quali potremo essere di supporto. Sopo l’entrata in vigore della legge 56/2014 che ha riformato le Province, dove in alcuni Enti quelle attività non esistono più e in seguito anche
La novità. Il Patto ha recepito l’accordo europeo con le parti sociali del 21 dicembre 2015 dal titolo “Quadro generale sulla informazione e consultazione dei funzionari pubblici dei dipendenti delle amministrazioni dei governi centrali“. In esso si stabilisce un quadro generale di requisiti minimi comuni per l’informazione e la consultazione dei lavoratori pubblici, attraverso i loro rappresentanti sindacali, nelle amministrazioni centrali.
I lavoratori europei acquisiscono il diritto di avere voce in capitolo su questioni come le ristrutturazioni, l’equilibrio vita-lavoro, l’orario di lavoro e la salute e sicurezza.
Questo è un passo importante verso il raggiungimento di uno degli obiettivi chiave del Presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, che si era impegnato a rilanciare il dialogo sociale europeo durante il suo mandato. La Commissione, in quella occasione, prese l’impegno per la direttiva, come richiesto dalle parti sociali, l’accordo darà a milioni di funzionari nazionali delle amministrazioni quei diritti all’informazione e alla consultazione che gli altri lavoratori europei già hanno.
I documenti e link di collegamento: la piattaforma, il patto con il Governo e l’accordo europeo del 2015
Piattaforma Funzioni Locali 19-21 – Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale – link d collegamento all’accordo europeo del 2015 http://bit.ly/3vhd33Z