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Croce Rossa, lavoratori in appalto ancora senza stipendio. Fp Cgil: “Inaccettabile atteggiamento della società, pronti allo sciopero”

Nonostante le diffide, la comunicazione all’Ispettorato del lavoro e la richiesta di conciliazione al Prefetto, nulla si è ancora sbloccato per i lavoratori della GEM srl, Oss e terapisti che operano all’interno del Centro di Educazione Motoria del Comitato Area Metropolitana della Croce Rossa, convenzionato con il SSR. Fermi ancora la tredicesima 2020 e gli stipendi di dicembre, gennaio, a cui a breve rischia di aggiungersi anche febbraio.

“La situazione è sempre più insostenibile: sono lavoratori che continuano ad affiancare nei servizi alla salute i colleghi di Croce Rossa, e nessun rispetto per loro da parte della società che gestisce i servizi in appalto. Con stipendi a singhiozzo e in ritardo, come accade da anni”, denuncia la Fp Cgil di Roma e Lazio.

“Abbiamo richiesto l’apertura del confronto con Croce Rossa, oltre che per avere riscontro sui contenziosi con la Gem, a monte del ritardo degli stipendi, sia per individuare i possibili percorsi di internalizzazione di questi lavoratori, nel rispetto delle norme regionali sugli accreditamenti, per restituire dignità, certezza e garanzia occupazionale a questi lavoratori che da anni garantiscono servizi all’utenza più fragile, su cui ci auguriamo di arrivare presto a soluzione”, prosegue il sindacato.

“Assolutamente inaccettabile – continua la nota – resta l’atteggiamento della società, che continua a non dare risposte e a non erogare gli stipendi arretrati ai lavoratori. A seguito del tentativo di conciliazione in Prefettura, senza aperture né garanzie per i lavoratori andremo allo sciopero. Non è possibile lasciare senza retribuzione chi si occupa della salute dei cittadini. Sono l’anello più debole del sistema sanitario, frammentato in esternalizzazioni e appalti, usati a tutti gli effetti come armi di ricatto nei contenziosi tra committenza e appaltatore, calpestando il rispetto dei diritti più basilari”.

                                                                             

“I bisogni della cittadinanza aumentano, il lavoro che questi operatori portano avanti è essenziale, e con la pandemia è sempre più chiaro a tutti quanto sia centrale e prezioso il lavoro di chi opera al servizio della nostra salute. Rispettarlo e garantirlo, è un dovere che va di pari passo con quello di garantire cure universali e assistenza alla cittadinanza”, conclude la Fp Cgil.