Parte la mobilitazione nazionale dei lavoratori del Ministero della Giustizia: domani, dalle ore 10 alle ore 12, il personale dell’Organizzazione giudiziaria, dell’Amministrazione penitenziaria, dell’Amministrazione per la Giustizia minorile e di comunità e degli Archivi notarili di Roma, manifesteranno in piazza Cavour, davanti alla Corte di Cassazione.
Fp Cgil Roma e Lazio, Cisl Fp Roma Capitale Rieti e Uil Pa Giustizia Roma sostengono l’iniziativa che oltre alla Capitale, dove è presente la massima concentrazione di lavoratori, vedrà presidi e assemblee in tutto il Paese. Al centro delle rivendicazioni gli organici, i salari, le risorse per la produttività e gli sviluppi professionali, in un settore in cui, nonostante i tanti annunci, il personale è costretto a lavorare in condizioni drammatiche, tra carenze strutturali e situazioni di grave disagio. “Dobbiamo fermare lo sfascio della Giustizia”, dichiarano le federazioni capitoline di Cgil Cisl e Uil. “I lavoratori non possono pagare il prezzo di un’inerzia storica che ha caratterizzato decenni di disattenzione al funzionamento concreto degli uffici e delle strutture”.
“La carenza di personale, a cui si aggiunge il sottodimensionamento degli organici in tutti i dipartimenti, ha raggiunto livelli allarmanti in troppi uffici giudiziari, nella Esecuzione penale interna ed esterna e negli Archivi notarili. Mentre i carichi di lavoro aumentano e la gestione del personale è completamente abbandonata”, proseguono Fp Cgil Roma e Lazio, Cisl Fp Roma Capitale Rieti e Uil Pa Giustizia Roma. “Da tempo chiediamo la revisione delle piante organiche, la pubblicazione di tutti gli interpelli previsti dagli accordi di mobilità interna, lo sblocco dei concorsi per nuove immissioni. Così come percorsi di stabilizzazione per i lavoratori a tempo determinato e la proroga dei contratti precari in scadenza”.
“Una situazione aggravata dalla sistematica violazione delle relazioni sindacali, attraverso la disapplicazione degli accordi delle norme di legge da parte dei vertici dell’amministrazione giudiziaria, con buona pace della ministra e del sottosegretario con delega al personale”, sottolineano Cgil Cisl Uil. “Questi comportamenti hanno pregiudicato l’efficienza degli uffici, che continua a peggiorare, e soprattutto hanno danneggiato i lavoratori: non sono state attivate le procedure per le progressioni giuridiche, dentro e tra le aree; per le progressioni economiche, le due progressioni effettuate hanno riguardato pochi fortunati; per il pagamento di un salario accessorio degno di questo nome, che peraltro è pagato con anni di ritardo. Tali comportamenti inoltre hanno immotivatamente escluso i lavoratori dalla digitalizzazione delle procedure e dalla ricerca telematica dei beni da pignorare”.
“Il presidio di domani rappresenta solo l’inizio di un percorso che vedrà il sindacato confederale mettere in atto tutte le azioni necessarie, anche giudiziarie, per assicurare il rispetto di quanto concordato e di quanto previsto dal legislatore: non è più tollerabile che nel Ministero della Giustizia si continuino a disapplicare impunemente le norme di legge e di contratto a danno delle lavoratrici e dei lavoratori, così come di cittadini e imprese”, concludono Fp Cgil Roma e Lazio, Cisl Fp Roma Capitale Rieti e Uil Pa Giustizia Roma. “La misura è colma e se non si vuole mandare la Giustizia verso il tracollo, occorrono risposte immediate da parte dell’amministrazione e dei vertici politici”.