«Ciò che ha segnato le recenti vicende in Ama è stata la mancata programmazione che ha impattato sul personale e sull’impiantistica dell’Azienda. In questi anni recenti il management ha pensato di fare cassa bloccando il turn over con il risultato di avere oggi 1500 unità in meno in organigramma e mezzi non funzionanti abbandonati presso officine esterne». Sono le parole di Giancarlo Cenciarelli segretario regionale di FpCgil durante la tavola rotonda “La chiusura del ciclo dei rifiuti a Roma. É l’ora delle scelte” organizzata oggi da Cgil di Roma e del Lazio.
Ma anche l’età superiore ai 50 anni di 4mila dipendenti (su poco più di 7500) evidenzia la necessità non più rinviabile di nuove assunzioni di personale: «La mancanza un adeguato e costante rinnovamento del personale – prosegue Cenciarelli – e l’usura degli operatori diventa sempre più veloce. In un effetto spirale che sta assottigliando sempre più la forza lavoro presente nelle zone, con un aggravio di costi e di disservizi».
Sotto accusa anche il parco mezzi disponibile: «I mezzi e le attrezzature messe a disposizione in questi anni, non sono sempre risultate allineate con le necessità che la raccolta cittadina richiedeva. Il tutto con un’assenza spaventosa di programmazione anche dal punto di vista dell’acquisto di beni e servizi. I cassonetti anti ribaltamento per l’indifferenziato, acquistati nel 2021, presentano delle bocche di conferimento di dimensioni talmente ridotte rispetto ai volumi medi conferiti dagli utenti che spesso non vengono utilizzati ed i rifiuti vengono depositati attorno ai cassonetti semivuoti, aumentando la percezione di disservizio da parte dei cittadini e costringendo gli operatori a raccogliere a mano i rifiuti con un ulteriore aggravamento dell’incidenza su infortuni e malattie professionali».
La mancanza di programmazione non ha riguardato però solo la raccolta, ma anche gli altri comparti del servizio, dagli impianti alle officine. «La situazione dell’impianto di Rocca Cencia – evidenzia il segretario della Fp Cgil – è oramai cosa nota a tutti. Ma l’assenza di manutenzione ordinaria ha riguardato anche l’impianto di Maccarese e i locali delle officine, con casi di porte che crollavano a terra di schianto, passerelle poste a diversi metri di altezza che cedevano, infiltrazioni di acqua, oltre che guasti continui agli spazi dedicati a spogliatoi e docce, problemi che erano presenti anche in diverse zone».
Ora però con i nuovi amministratori cittadini la percezione dei problemi di Ama sembra essere cambiata: «A fronte di questa situazione abbiamo registrato con favore le dichiarazioni rilasciate dall’Assessora all’Ambiente Sabrina Alfonsi e dall’attuale direzione strategica aziendale circa la volontà di ridefinire un nuovo piano industriale per Ama che tenga conto ed utilizzi appieno le potenziali linee di finanziamento previste dal PNRR.
Speriamo si tratti di una stagione nuova all’interno dell’Azienda con un cambiamento di approccio delle politiche che riguardano il personale ed il piano assunzionale». L’auspicio conclude la Fp Cgil è che in Ama ci sia un cambio di passo vero, che ponga al centro i temi della trasparenza e della legalità nella gestione del personale e nella definizione dei percorsi di valorizzazione e delle nomine: «In passato più volte abbiamo denunciato proprio queste mancanze, anche con esposti alla Corte dei Conti. Pensiamo che trasformare AMA in un soggetto industriale credibile ed efficiente che, dalla raccolta al trattamento e recupero, chiuda, in house, il ciclo dei rifiuti sia una sfida possibile, a condizione che si attivino percorsi di confronto e condivisione veri. Questa è la sfida per i prossimi anni che riguarda AMA ed il futuro di chi lavora in questa azienda ed in tutto il comparto di ambito regionale. Noi come FP CGIL siamo pronti a raccoglierla con le nostre riflessioni ed il nostro apporto, ma la scelta vera, per tutto quello detto fino ad ora, resta in capo all’Azienda ed al socio unico».
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