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Incontro con Zètema del 12/11 su lavoro da remoto

Il 12 novembre si è tenuto un incontro sull’avvio del lavoro da remoto per il personale museale per il periodo di chiusura dei siti dal 16 novembre e fino al 3 dicembre. L’Azienda ha condiviso la rivisitazione della nuova attività con la Sovrintendenza, al fine di continuare a ricevere il compenso per le prestazioni erogate. L’Amministrazione Comunale ha infatti acconsentito, mantenendo immutato il contratto di servizio, la programmazione di una o due giornate alla settimana di lavoro agile per gli assistenti di sala e per gli operatori di libreria/biglietteria destinandoli alla formazione. Per quest’ultimo settore l’Azienda ha chiaramente esplicitato la necessità di rivedere la turnazione del servizio, sospendendo il lavoro domenicale, data la chiusura dei siti e l’impossibilità a giustificare l’attività di presidio per le prossime tre settimane. A tal fine predisporrà le opportune comunicazioni ai dipendenti. La Cgil, pur comprendendo la necessità di riorganizzare attività alternative a quelle tradizionali per i servizi di front Office, ha avuto però la conferma di scarsa progettualità sul futuro, nonostante la difficoltà perduri da mesi e che, temiamo, permarrà tale ancora per molto. Non è parso chiaro infatti il progetto eventuale, qualora la criticità resti, motivo per il quale la Cgil si sta già attivando con gli interlocutori Istituzionali piuttosto che con quelli Aziendali per un continuo confronto. Zetema ha presentato un progetto di “formazione” non condivisa al tavolo, ma messa in atto da una “task force” … così come è stata definita dalla Responsabile dell’Area Patrimonio. La Cgil, sostenuta solo da pochi, nonostante la delegazione sindacale vantasse grandi numeri in termini di presenze, ha chiesto di entrare nel merito degli argomenti. Uno fra tutti, con lo sconcerto di chi scrive, quello sul lavoro di registrazione anagrafica delle MiC card a cui verrà sottoposto il personale di biglietteria, o il corso sulla privacy per gli assistenti di sala a cui forse dovrebbe essere sottoposto anche più di qualche responsabile. Per non esprimere giudizi affrettati senza essere entrati nel merito, non certo per mancanza di volontà, la Cgil ha sollecitato l’invio della bozza del piano al fine di poter dare il proprio giudizio più compiutamente. L’attività agile si svolgerà prevalentemente su piattaforme informatiche, pertanto sarà richiesto al lavoratore di utilizzare pc, tablet, telefono. Al fine di supportare i lavoratori sprovvisti di tali mezzi, l’Azienda si sta organizzando per consentire a tutti i coinvolti da questo percorso di poterne fruire con sistemi alternativi. A tale proposito la Cgil ha ribadito la necessità di provvedere al più presto alle dotazioni tecnolo- giche per il call center, al fine di procedere alla tanto agognata attivazione, ricevendo l’assenso dell’Amministratore Unico. La Cgil, ancora una volta da sola, ha ritenuto di dover esplicitare la propria contrarietà all’utilizzo di postazioni condivise (paradossalmente proposto da qualcuno per conto dei lavoratori ) in assenza di idonee ed opportune sanificazione, richiedendo inoltre il pieno rispetto dalle norme volte ad evitare le sovrapposizioni di turni, e le riorganizzazione degli spazi deputati alle pause. Inoltre, la scrivente, ha rinnovato la richiesta , purtroppo oggi supportata dalla critica situazione anche nel Lazio, di ridurre ulteriormente le presenze negli uffici di Via Benigni. Le surreali percentuali orarie a cui alcuni lavoratori dovevano sottostare in smart, piuttosto che l’impossibilità a fruire di permessi durante le giornate in presenza, auspichiamo lascino lo spazio a norme di buon senso e, non guasterebbe, ad una più approfondita conoscenza delle disposizioni vigenti, ancor più necessaria in un momento di pandemia. L’Amministratore, dal canto suo, ha dichiarato l’aumento della percentuale di lavoro da remoto già dai prossimi giorni di un ulteriore 20 o 30%. Il tavolo si aggiornerà, o almeno dovrebbe, la prossima settimana.

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