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Mibact Lazio, Fp Cgil: “Preoccupa il trasferimento del catalogo da Piazza Venezia, sede del nuovo istituto voluto da Franceschini. Così si smembra il patrimonio”

 Con l’insediamento dei nuovi Direttori dei Musei nominati quest’estate, riprende vita anche l’ultima riforma del Mibact voluta dal Ministro Franceschini, di fatto ancora incompiuta a causa del Covid e di alcune difficoltà amministrative. A Roma, l’ex Polo Museale del Lazio, che contava 46 sedi sul territorio, pur mantenendo il quartier generale a Roma, lascia il posto a tre nuovi istituti, tra cui il museo autonomo del Vittoriano e Palazzo Venezia, con il problema di identificare le sedi amministrative e operative delle Direzioni Museali del Lazio e della città di Roma. Proprio Palazzo Venezia è stato per molti anni il fulcro dell’attività scientifica e culturale di Roma e del Lazio, ospitando al suo interno non solo uffici ma anche la prestigiosa Biblioteca di Archeologia e Storia dell’arte, l’archivio e il laboratorio fotografico, il catalogo e la Bibliotechina interna.

“Siamo molto preoccupati – afferma la Fp Cgil di Roma e Lazio – per la notizia di un possibile trasferimento del catalogo presso Castel Sant’angelo: il catalogo e l’archivio fotografico presentano una forte interrelazione e sono strumenti fondamentali per l’attività di studio e ricerca delle Soprintendenze di Roma e del Lazio, anche per il loro carattere di strutture ordinate e organizzate, tutelate dal Codice dei Beni Culturali come patrimonio indivisibile. I professionisti del Mibact di tutta la Regione e un pubblico di studiosi utilizzano la documentazione conservata in queste strutture con finalità di studio e ricerca”.

Nel 2012 l’archivio e il laboratorio fotografico sono stati risistemati con importanti lavori che hanno comportato l’acquisto di moduli compattatori molto pesanti e dotati di nuove attrezzature per l’esecuzione e la conservazione delle immagini digitali. Archivio e catalogo, nati ancor prima del Ministero dei Beni Culturali, hanno con il Palazzo un legame storico e si sono accresciuti nel tempo proprio grazie all’attività delle Soprintendenze che lì hanno avuto sede.

“Queste strutture – continua la Fp Cgil – costituiscono un sistema funzionante e valido per la fondamentale mission di tutela che il Ministero svolge sul territorio proprio nel loro stare insieme, a rete, a disposizione di amministrazione e cittadini. Un patrimonio che non può essere smembrato e che necessita di mantenere il suo stretto rapporto con le Soprintendenze territoriali. Non è questo il tempo delle scelte affrettate, né delle sistemazioni casuali: il Mibact toccherà entro un anno punte drammatiche di carenza di personale, con un impatto enorme sul patrimonio. Chiediamo un progetto importante e ordinato di organizzazione dei servizi pubblici culturali nel Lazio, con assunzioni e investimenti mirati e a lungo termine che rendano il giusto prestigio alle politiche di studio e conservazione del patrimonio storico-artistico”.