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Ospedale San Giovanni Calibita – Fatebenefratelli, è ancora crisi. Cgil e Cisl: “In quattro anni persi 18mila euro a lavoratore. Inaccettabile: prosegue mobilitazione.

Salari tagliati, organici all’osso, servizi sempre più a rischio. Mauro Mastropietri (Fp-Cgil Roma-Col) e Antonio Cuozzo (Cisl-Fp Roma Capitale Rieti) denunciano il perdurante stato di crisi dell’Ospedale San Giovanni Calibita – Fatebenefratelli e l’assenza ormai cronica di corrette relazioni sindacali con l’amministrazione. “La crisi dell’ospedale, che a fine 2013 aveva realizzato un buco di 280 milioni di euro, è lontana dall’essere risolta”, spiegano i sindacalisti.

“A fronte di pesanti riduzioni sulle buste paga dei lavoratori, con un taglio lordo medio sul salario di primo e secondo livello che dal 2014 ad oggi è arrivato a circa 18mila euro per ogni dipendente, e di una sensibile diminuzione degli organici, 100 dipendenti in meno rimpiazzati solo in parte con personale precario, il rilancio dell’ospedale non c’è mai stato. La riprova è la situazione dei ricavi dell’ospedale che dall’ultimo conto economico risultano l’ 11% in meno rispetto alle previsioni del piano industriale, con un trend costantemente in calo”.

“Nonostante si siano dati molti soldi ai manager venuti a gestire la crisi, moltiplicando poltrone ed uscite per l’ospedale, le scelte della proprietà sono state totalmente inadeguate e il prezzo lo hanno pagato solo i lavoratori”, tuonano Mastropietri e Cuozzo. “Non si può pensare di risolvere tutti i problemi tagliando sul personale in maniera pesante e strutturale. Lo dicevamo nel 2014 quando abbiamo rigettato il piano industriale e l’accordo sul taglio del costo del personale, e lo continuiamo a dire oggi alla luce dei risultati economici”. “L’atteggiamento della proprietà, che dice a parole di essere disponibile al confronto ma rifiuta qualsiasi richiesta dei lavoratori, è inaccettabile”, rimarcano i sindacalisti.

“Così come è inaccettabile che pur avendo sottoscritto lo scorso anno con Cgil e Cisl un accordo su 35 prepensionamenti, non si rispettino le regole e si scelga a piacimento chi fare rimanere e chi mandare a casa. Così si prendono in giro i lavoratori. Gli stessi lavoratori che con impegno e competenza, e in condizioni drammatiche, mandano avanti i servizi sanitari nell’Isola Tiberina”. “Di fronte alle nostre rimostranze la proprietà in maniera sospetta tace e ci ignora. Ma noi in maniera altrettanto coerente ed ostinata rimaniamo a fianco dei lavoratori, facendo crescere la nostra mobilitazione”, concludono Mastropietri e Cuozzo. “Continueremo a portare avanti le giuste rivendicazioni per il rispetto di tutti i lavoratori e per preservare un bene pubblico per la cittadinanza di Roma quale è il Fatebenefratelli”.

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