Il 22 giugno sarà sciopero all’Ospedale Sant’Andrea. Nessun accordo questa mattina dal Prefetto di Roma, dove sindacati, azienda e Regione Lazio erano stati convocati per il tentativo di conciliazione sul pagamento degli straordinari obbligatori, già svolti dal personale durante la pandemia, e l’adeguamento dei fondi contrattuali rispetto al numero effettivo dei lavoratori in servizio. Dopo la proclamazione dello stato di agitazione, la situazione rischia dunque di rimanere congelata. E Fp Cgil Roma e Lazio, Cisl Fp Lazio, Uil Fpl Roma e Lazio alzano il livello della protesta, fino ad annunciare l’astensione dal lavoro.
“Quella che si sta giocando ai danni dei lavoratori è una beffa inaccettabile”, attaccano i responsabili territoriali di categoria Massimiliano De Luca, Giovanni Fusco e Igino Rocchi. “In questi mesi al personale è stato chiesto di moltiplicare gli sforzi e di mettere a rischio la propria vita per garantire servizi, cure e assistenza a tutti i cittadini. E invece di essere sostenuti e riconosciuti nel loro impegno e sacrificio, vengono privati della giusta retribuzione. Non accetteremo che venga sottratto un solo euro. Tanto più visto che, proprio per i maggiori carichi dovuti al Covid, sono state definite premialità aggiuntive negli accordi dei mesi scorsi. La Regione deve rispettare i patti e consentire all’azienda di provvedere subito ai pagamenti”.
“A carico dell’azienda c’è un preciso obbligo contrattuale, oltre che morale. Ma la Regione Lazio deve mettere immediatamente i soldi necessari a consentire il pagamento di straordinari e produttività. Soldi rispetto ai quali si è impegnata formalmente”, rincarano Giancarlo Cenciarelli, Roberto Chierchia e Sandro Bernardini, segretari generali di Fp Cgil Roma e Lazio, Cisl Fp Lazio, Uil Fpl Roma e Lazio. “L’accordo firmato il 30 aprile scorso parla chiaro: debbono essere previste risorse ulteriori per retribuire condizioni di lavoro, incarichi, premialità e fasce. Oltre ad assunzioni, progressive stabilizzazioni, potenziamento dei servizi sanitari durante e dopo l’emergenza, l’amministrazione regionale, responsabile del sistema sanitario del Lazio, si è impegnata ad integrare i fondi contrattuali, riparametrandoli sulla quantificazione dei dipendenti in servizio nelle singole aziende e in adeguamento alle disposizioni del Ccnl”.
“La risposta a questa fase dell’emergenza pandemica non può limitarsi ad organizzare e pubblicizzare la campagna vaccinale, perché se questa sta funzionando è merito soprattutto di operatori che stanno dando il massimo, anche oltre le loro forze. Quegli stessi operatori a cui va dato riscontro rispetto ai diritti e al riconoscimento economico. E che di certo non possono pagare il prezzo del mancato rispetto degli accordi”, concludono Cenciarelli, Chierchia e Bernardini. “I patti si rispettano. E se non avremo risposte, il 22 giugno sarà sciopero e porteremo la nostra protesta fin sotto la sede dell’amministrazione regionale”.