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Sanità, Cgil Cisl Uil in audizione alla Regione Lazio: “Troppe carenze: più assunzioni e più valorizzazione delle professionalità”

“Su stabilizzazioni e mobilità la Regione garantisca omogeneità di comportamento tra aziende”

 “Tra pensionamenti e uscite per quota100, il sistema sanitario regionale rischia di non reggere alla prova del turn-over: le 5mila assunzioni programmate vanno almeno raddoppiate”. Natale Di Cola, Roberto Chierchia e Sandro Bernardini – segretari generali di Fp Cgil Roma e Lazio, Cisl Fp Lazio e Uil Fpl Roma e Lazio – hanno mandato un messaggio chiaro alla Regione Lazio durante l’audizione di oggi di fronte alle commissioni consiliari Salute (VII) e Lavoro (IX), alla presenza dell’assessore regionale Claudio Di Berardino.

“Il Ssr è in condizioni di grave difficoltà e il pericolo è che a breve non sia più in grado di assicurare i livelli essenziali di assistenza”, hanno rimarcato i sindacalisti. “Se vogliamo che la salute resti un diritto per i cittadini del Lazio, allora la Regione deve fare di più: serve un piano serio di assunzioni che copra davvero i fabbisogni delle aziende sanitarie e ospedaliere, e serve uno sforzo vero di coordinamento dei percorsi di stabilizzazione: con le aziende che procedono in ordine sparso si rischia di disperdere competenze e di perdere il controllo sul funzionamento dei servizi”.

“Stabilizzazioni e reinternalizzazioni procedono a macchia di leopardo, e ancora va definito il percorso di stabilizzazione per i giubilari”, hanno detto ancora Di Cola, Chierchia e Bernardini, riscuotendo approvazioni trasversali tra i consiglieri di maggioranza e opposizione. “Se al Sant’Andrea e all’Ares118 siamo riusciti a far valere criteri di concorso in grado di valorizzare professionalità ed esperienza dei lavoratori già in servizio, all’Asl Roma 2 ci siamo trovati di nuovo alle prese con le prove preselettive. E a nulla serve aumentare da 300 a 800 il numero dei candidati ammessi all’esame: è fuori dalle regole e il prezzo lo pagherebbero comunque i precari e i pazienti”.

“Stesso discorso per le mobilità, dove le Asl adottano politiche non coordinate tra loro, concedendo o negando i nulla osta in modo discrezionale”, hanno precisato i segretari regionali delle categorie di Cgil, Cisl e Uil. “E’ indispensabile che la Regione governi il sistema ed eserciti il controllo. Servono pochi principi chiari e rigorosamente applicati da tutti. I concorsi devono servire da bacino di reclutamento per tutte le aziende della regione, le selezioni devono riconoscere il valore delle competenze specifiche e delle attitudini dimostrate sul campo, gli organici devono essere misurati sui bisogni di salute reali delle persone”, hanno concluso Di Cola, Chierchia e Bernardini. “Oggi la politica ha dato segno di buon senso impegnandosi a correggere gli errori. Ma le buone intenzioni non bastano. Al prossimo incontro, fissato tra un mese, valuteremo i progressi, pronti a mettere in campo tutte le azioni a tutela di lavoratori e cittadini”.