Alla casa di cura Villa Fulvia si fa sempre più concreta l’ipotesi di sospensione dell’accreditamento con il sistema sanitario regionale, se non addirittura di chiusura della struttura. I lavoratori sono oggi in presidio con Cgil Cisl Uil per difendere salari e occupazione: “inaccettabile far pagare il prezzo della cattiva gestione a chi ha rischiato la vita durante i mesi più drammatici dell’emergenza coronavirus”, attaccano Claudio Maggiore, Sergio Pero e Dante Armati responsabili territoriali di Fp Cgil Roma e Lazio, Cisl Fp Lazio e Uil Fpl Roma e Lazio.
Passati in un batter d’occhio da “eroi” a “fis-occupati”, con riferimento alla cassa integrazione della sanità privata (la Fis, appunto), dipendenti e collaboratori di Villa Fulvia sono da questa mattina mobilitati di fronte alla casa di cura, pronti a replicare il 22 luglio sotto la sede dell’Asl Roma 2, se dalle istituzioni sanitarie non dovessero arrivare le risposte attese per il futuro professionale e personale di lavoratori e famiglie.
Una manifestazione in forma statica e ridotta, nel rispetto delle misure previste per il contenimento della pandemia, ma non per questo meno agguerrita: “Da ormai due mesi alle dimissioni dei pazienti non corrispondono più ricoveri e l’attività ambulatoriale è vicina allo zero. I dipendenti diretti dell’azienda, ma anche le lavoratrici e i lavoratori delle cooperative e i lavoratori autonomi con contratti di lavoro nei reparti e nei servizi della struttura sanitaria, sono molto preoccupati dal persistere di una situazione di instabilità e precarietà che discende da precise negligenze organizzative. Tutti i lavoratori di Villa Fulvia devono essere tutelati, per la professionalità dimostrata e per il sacrificio sostenuto durante l’emergenza, ma anche perché il nostro Ssr non può permettersi di disperdere il patrimonio di competenze e capacità di questi operatori”, sottolineano i sindacalisti di Fp Cgil Roma e Lazio, Cisl Fp Lazio e Uil Fpl Roma e Lazio.
“Dando corso all’impegno assunto dalla Regione con le organizzazioni sindacali, va definito e reso vincolante per le strutture il meccanismo di salvaguardia per i lavoratori della sanità privata e delle Rsa in caso di revoca dell’accreditamento o di chiusura: un bacino da cui i soggetti destinatari di nuovo accreditamento, anche in caso di esternalizzazione di servizi, debbano attingere per nuove assunzioni, garantendo la continuità occupazionale e salariale a infermieri, oss, tecnici, terapisti, ostetriche, professionisti e amministrativi”.
“La mobilitazione non si fermerà fin quando non avremo tutte le garanzie occupazionali e retributive per il personale di Villa Fulvia”, concludono Cgil Cisl e Uil.