Cgil Cisl Uil: “Da Regione Lazio grande ritardo su nuove assunzioni già programmate. Mancano 7.000 unità di personale ed oltre 3.500 precari che sono ancora da stabilizzare. A rischio liste d’attesa, prestazioni specialistiche e servizi. Subito il confronto”
Roma, 5 luglio 2022 – “Carenze di personale, precari ancora nel limbo e risorse per la produttività da definire. Così si mette a rischio non solo il recupero delle liste d’attesa e delle prestazioni specialistiche, su cui la Regione Lazio è costretta a deliberare per rincorrere una soluzione, ma anche il funzionamento dei servizi alla salute. Bisogna evitare il collasso del Ssr, soprattutto di fronte alla recrudescenza pandemica e alla riattivazione dei posti letto Covid. Dall’amministrazione regionale troppi ritardi, nelle aziende ospedaliere e sanitarie troppa pressione su organici sovraccarichi e del tutto insufficienti. Si apra subito il confronto”. Giancarlo Cenciarelli, Roberto Chierchia e Sandro Bernardini – segretari generali di categoria Fp Cgil Roma e Lazio, Cisl Fp Lazio, Uil Fpl Roma e Lazio – scrivono alla Regione per denunciare una situazione che sta precipitando e chiedono interventi immediati.
“Bisogna dare stabilità al turnover del personale di assistenza come concordato da tempo ma non ancora messo in atto. Le uscite per pensionamento non trovano riscontro nelle dovute nuove assunzioni. Mancano almeno 7.000 unità”, puntualizzano i segretari di categoria. “Dai dati in nostro possesso risulta che per il solo 2021 sono oltre 3.000 le cessazioni dal servizio, mentre nel primo semestre 2022 se ne sono aggiunte già altre 1.600. E le criticità stanno esplodendo, tanto più di fronte alla nuova crescita dei contagi Covid. La condizione del personale è ben oltre il limite della sostenibilità e, dopo due anni e mezzo di stato di emergenza e carichi di lavoro massacranti, si parla addirittura di rimaneggiamento delle ferie e di turni di 12 ore per garantire cure e assistenza. Inaccettabile”.
Cgil Cisl e Uil denunciano poi ritardi e inadempienze anche rispetto alla stabilizzazione degli oltre 3.500 precari del sistema sanitario regionale: “Dopo gli accordi sottoscritti con la Regione Lazio a partire dal 30 ottobre dello scorso anno, poi a febbraio ed infine ad aprile 2022, a fronte dei nostri continui solleciti nelle aziende e in regione per dar seguito alle intese, l’unico risultato tangibile è la proroga degli incarichi al 31 dicembre prossimo. Mentre in nessuna azienda del Lazio sono stati ancora banditi gli avvisi di stabilizzazione del personale concordati, a livello nazionale, con il ministro Roberto Speranza. In questa regione siamo stati i primi a sottoscrivere un impegno importante per dare futuro al personale precario, non possiamo certamente dire di esserlo ancora, tra coloro che lo stanno realizzando”, rincarano Cenciarelli, Chierchia e Bernardini.
E infine il problema delle risorse aggiuntive regionali destinate alla produttività, le cosiddette Rar: “In altre regioni si è provveduto con grande tempestività a dare riconoscimento e valore al lavoro in sanità. Nella nostra regione, se è vero che negli anni precedenti alla pandemia si era ancora sotto piano di rientro e che per tale ragione non era possibile ricorrere ad integrazioni aggiuntive regionali, è altrettanto vero che nel 2020, proprio per esserne usciti fuori, tale istituto contrattualmente previsto era stato ripristinato nell’agenda regionale. E’ indispensabile recuperare il gap temporale delle risorse da assegnare per il 2021 e quelle per il corrente anno. La Regione non può glissare ancora su un istituto concreto, che remunera lo sforzo lavorativo dimostrato, sul quale il personale deve poter contare”.
“Non c’è tempo da perdere. Se si vogliono evitare guai seri per il Ssr e una pessima figura nella gestione del personale, occorre concretezza e un’accelerazione immediata su assunzioni, stabilizzazioni e risorse”, concludono Cenciarelli, Chierchia e Bernardini. “Dalla Regione Lazio ci aspettiamo una convocazione ad horas per risolvere una volta per tutte le troppe questioni sospese che abbiamo già sottoposto anche a tutte le direzioni generali della aziende sanitarie del Lazio. Se non si procederà su questi temi a un immediato e serrato confronto è chiaro che verranno messe in campo tutte le iniziative, compreso lo stato di agitazione di tutto il personale del servizio sanitario regionale, necessarie per tutelare lavoratori e cittadini”.
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